11 de septiembre de 2009

Se cade Silviodi
Marco Damilano
Nuove inchieste e rivelazioni. La tensione con Fini e il rischio di scissione nel Pdl. Le iniziative di Montezemolo e Casini. E il Cavaliere che medita elezioni anticipate

L'ordalia di primavera, la chiamano. I primi giorni della bella stagione, il 21 e 22 marzo 2010. Quando il ministro dell'Interno Roberto Maroni una settimana fa ha comunicato la data delle prossime elezioni regionali, i più sensibili osservatori delle cose di Palazzo hanno drizzato le antenne: come mai così presto? La Pasqua quest'anno cadrà il 4 aprile, ma che necessità c'era di fissare il voto a metà marzo, costringendo i partiti e i militanti a fare la campagna elettorale in pieno inverno? Era solo un pensiero fastidioso, un sospetto. Nessuno immaginava davvero che in soli sette giorni i rapporti interni al centrodestra sarebbero arrivati al punto di rottura, fino a rendere improvvisamente possibile un'eventualità che sembrava remota: le elezioni politiche anticipate, da tenersi negli stessi giorni delle regionali. "Vedo nuvole nere all'orizzonte", scruta i segni della fine dei tempi Mario Valducci, un forzista della prima ora, tra i più fedeli a Silvio Berlusconi. Perfino lui, ottimista di natura, si lascia andare alle profezie catastrofiche: "La ripresa di settembre è stata infernale. Un gran movimento di truppe, molta incertezza, un percorso accidentato. Chi può escludere in queste condizioni che tra qualche mese si torni a votare anche per il Parlamento?".

Un inferno, per il Cavaliere: i verbali dell'imprenditore Giampaolo Tarantini con l'elenco della 30 ragazze transitate a casa Berlusconi in cinque mesi, tutte puntigliosamente indicate con nome d'arte, tariffario e data di prestazione. Un bel carosello di Karen, Esther, Maristel, Hawa che entrano ed escono da palazzo Grazioli, la residenza del presidente del Consiglio, su macchine con i vetri oscurati, produzione in serie. Le rivelazioni dei pentiti a Palermo sulle stragi di mafia del 1992-93 e sulla nascita dei nuovi partiti della Seconda Repubblica, mentre si attende la sentenza d'appello sul senatore Marcello Dell'Utri già condannato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Convulsioni finali del berlusconismo su cui può arrivare a incendiare tutto, come un fiammifero in una petroliera, la sentenza della Consulta sulla costituzionalità del lodo Alfano prevista per il 6 ottobre, che il premier aspetta come il momento della verità, quello in cui può decidere di andare avanti con il suo governo. O, al contrario, di dichiarare guerra al mondo intero.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

Contribuya a la pluraridad con su comentario: